Povertà estrema

Cosa intendiamo con "povertà estrema"

Nei principi guida delle Nazioni Unite su povertà estrema e diritti umani, adottati dal Consiglio dei Diritti umani il 27 settembre 2012, la povertà è definita come “una condizione umana caratterizzata dalla privazione continua o cronica di risorse, capacità, opzioni, sicurezza e potere necessari per poter godere di un tenore di vita adeguato e di altri diritti civili, culturali, economici, politici e sociali”.

In questo contesto la povertà estrema è definita come “una combinazione di penuria di entrate, sviluppo umano insufficiente ed esclusione sociale”.
Essa è quindi un intreccio di povertà di beni materiali, di competenze, di possibilità e capacità, sia assolute che relative, che si combinano in situazioni di fragilità personali multidimensionali e complesse, le quali conducono alla deprivazione ed all'esclusione sociale.

Queste caratteristiche possono riguardare gruppi più ampi dei senza dimora, ma dove sia presente un disagio abitativo si riscontra frequentemente la presenza di molti, se non tutti, gli indicatori di disagio che contraddistinguono le diverse definizioni di povertà estrema.
Le persone senza dimora possono quindi essere considerate la 'punta di un iceberg' di un disagio sociale più ampio e profondo.

Per la definizione di persone senza dimora, si rimanda alla classificazione ETHOS (pdf85.17 KB) (traducibile con "Tipologia europea sulla condizione di senza dimora e sull'esclusione abitativa"), sviluppata negli ultimi anni da FEANTSA (Federazione Europea delle organizzazioni che lavorano con persone senza dimora), che rappresenta al momento attuale, il punto di riferimento maggiormente condiviso a livello internazionale e che è stato assunto dalle "Linee di indirizzo per il contrasto alla grave emarginazione adulta in Italia".
Tale classificazione si basa sull'elemento oggettivo della disponibilità o meno di un alloggio e del tipo di alloggio di cui si dispone, partendo dall'assunto che l’abitare è una condizione imprescindibile per l’inclusione sociale.
Ciò che connota le persone senza dimora è una situazione di disagio abitativo, più o meno grave secondo la classificazione ETHOS, che è parte determinante di una più ampia situazione di povertà estrema.

Dal punto di vista delle politiche e dell’intervento sociale, a connotare la situazione è la presenza di un bisogno indifferibile e urgente, che se non soddisfatto compromette la sopravvivenza della persona secondo standard di dignità minimi.

Una persona è considerata senza dimora quando versa in uno stato di povertà materiale e immateriale che è connotata dal forte disagio abitativo, cioè dall'impossibilità e/o incapacità di provvedere autonomamente al reperimento e al mantenimento di un’abitazione in senso proprio, o comunque di un luogo stabile, personale, riservato ed intimo, nel quale la persona possa esprimere liberamente il proprio sé fisico ed esistenziale.
La condizione di disagio abitativo, più o meno grave, è parte di una più ampia condizione di povertà e si accompagna, spesso, a problematiche di salute, alcolismo, tossicodipendenza, mentali.
Una condizione di estrema deprivazione e marginalità dunque, risultato di una sommatoria di fattori sociali, sanitari, economici e psicologici.
Inoltre, spesso, alla mancanza di una dimora stabile si accompagna l’assenza di una residenza, prerequisito per poter accedere ai servizi e alle prestazioni socio-sanitarie garantite a tutti i cittadini.

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ultima modifica 2022-09-09T12:04:35+02:00
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