Intercultura

Comunicazione interculturale, bilancio positivo e nuove sfide per combattere il linguaggio d’odio

Nel report finale del Protocollo d’intesa regionale il lavoro svolto nell'ultimo triennio nelle scuole e nei corsi per giornalisti contro gli stereotipi e per l’utilizzo del linguaggio corretto sull'immigrazione. Il prossimo obiettivo è la lotta alle "fake news" e allo "hate speech"

È complessivamente positivo il bilancio che emerge dal report finale del "Protocollo d'intesa sulla comunicazione interculturale in Emilia-Romagna" approvato dalla Regione per il triennio 2014-2017 e sottoscritto da una trentina di associazioni operanti nel mondo dei media e della comunicazione interculturale, tra cui il Corecom e l'Associazione Stampa dell'Emilia-Romagna, e della formazione come l'Ufficio Scolastico Regionale e il Master in Giornalismo dell'Università di Bologna con l'intento di collaborare alla realizzazione di alcuni obiettivi considerati prioritari e per favorire uno scambio di esperienze e buone pratiche.

In particolare: promuovere una più corretta rappresentazione delle persone immigrate e del processo migratorio sui media e favorire l’interazione, il confronto, la comprensione reciproca e il métissage culturale fra cittadini/e di ogni origine e provenienza; migliorare la comunicazione pubblica sulle politiche e le iniziative istituzionali in un'ottica interculturale e di genere; facilitare relazioni e collaborazioni tra enti e soggetti di diversa natura operanti nel settore (istituzioni, media, organismi di categoria e società civile organizzata) anche con lo scopo di definire progettazioni congiunte.

Corsi per studenti, insegnanti, giornalisti e operatori pubblici
A tale fine sono state attivate, in collaborazione con professionisti del settore, la ricerca e la formazione sulla comunicazione interculturale in Emilia-Romagna; attività di media education in ambito scolastico ed extra scolastico e attività di promozione dei media multiculturali e di valorizzazione presso i media mainstream. Destinatari del progetto sono state 1.300 persone (220 ragazzi delle scuole, 310 insegnanti/educatori, 650 giornalisti e 130 operatori pubblici) grazie a un impiego di risorse pari a 108.000 euro (57.000 euro da fondi regionali più 51.000 euro da fondi statali ed europei). Tra gli assi di lavoro individuati dal Protocollo, quello riguardante l’“attività di media education in ambito scolastico ed extrascolastico” si è dimostrato uno dei più innovativi e trainanti poiché, oltre a promuovere l’educazione e un consumo critico e consapevole dei media da parte dei ragazzi, è riuscito a toccare temi di particolare interesse ed attualità come quello dell’hate speech, del cyberbullismo e delle fake news. Anche l’asse di lavoro su “ricerca e formazione sulla comunicazione interculturale in Emilia-Romagna” ha visto la realizzazione di numerose iniziative a carattere formativo sul tema dell’immigrazione e sui principi deontologici contenuti nella Carta di Roma destinate a giornalisti professionisti e per aspiranti. Tali attività, inoltre, si sono rilevate particolarmente utili per rafforzare il rapporto con l’informazione mainstream e con le redazioni cartacee e web dei quotidiani. L’avvio di una nuova pista di lavoro sulla “comunicazione pubblica e istituzionale” ha consentito di realizzare alcuni importanti obiettivi del Protocollo, grazie alla messa in campo di azioni innovative.

Le sfide future: lotta alle fake news e hate speech
Terminata l’attività di monitoraggio, è stata avviata una riflessione complessiva sulle possibili piste di lavoro da implementare insieme ai firmatari del Protocollo fin dai prossimi mesi. Tra le principali sfide da affrontare, si rileva il preoccupante aumento del fenomeno delle notizie false, nonché dei commenti e delle espressioni ingiuriose e violente, veicolate soprattutto tramite il web, che prendono di mira origine etnica, colore della pelle, lingua, religione o altra caratteristica o status. Le fake news rappresentano una vera e propria emergenza anche in considerazione del loro peso nel condizionare le scelte di vita dei cittadini, come è emerso recentemente nel dibattito pubblico e nella cronaca. Oltre a ciò, la mancanza di una raccolta dati sistematica e l’inefficacia dei metodi di controllo su hate speech e fake news fanno sì che i problemi legati alla loro diffusione rappresentino una priorità anche nella lotta contro il razzismo. Infatti, la diffusione di pregiudizi nei confronti dei migranti e di sentimenti di paura esasperati dall’allarmismo ingiustificato dei media, possono sfociare anche in episodi di efferata violenza.
Dall'incontro finale di monitoraggio con le organizzazioni firmatarie è emersa la richiesta di un nuovo impegno della Regione in questo ambito. Oltre a continuare ad attribuire un forte valore simbolico al Protocollo, le organizzazioni firmatarie hanno espresso la loro disponibilità e il loro interesse ad essere coinvolte per dare continuità a questa esperienza attraverso un possibile rinnovo del documento d’intesa e l’avvio di nuove piste di lavoro e nuove collaborazioni.
La Regione intende dare continuità agli obiettivi del Protocollo a partire dal Progetto FAMI “CASPER 2” che impegnerà, tra il 2019-2020, ANCI E.R e alcuni firmatari del Protocollo a realizzare nuovi percorsi formativi per giornalisti, operatori e comunicatori pubblici.

Per maggiori informazioni, consultare:
la pagina dedicata alla comunicazione interculturale
e, nello specifico, la sezione sul Protocollo d'intesa.

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ultima modifica 2022-09-09T12:04:38+02:00
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