Matteo Lancini: “Adolescenti e genitori nell’era di internet e del narcisismo”

Intervista a Matteo Lancini, psicoterapeuta, tra i protagonisti della giornata del 19, in Regione, dedicata alla presentazione del Piano per l'adolescenza. "Adulti e genitori, ecco le istruzioni per l'uso di fronte agli adolescenti di oggi"

“Adolescenti e genitori nell’epoca di internet e del narcisismo”: sarà uno dei temi clou della giornata dedicata alla presentazione del “Piano pluriennale per l’adolescenza” della Regione Emilia-Romagna, lunedì 19 novembre a Bologna (sala polivalente Guido Fanti, Assemblea legislativa, Viale Aldo Moro 30). Ne parlerà il presidente della Fondazione Minotauro di Milano, Matteo Lancini, psicoterapeuta.  

Professor Lancini, è così problematico essere adolescenti oggi?

L’adolescenza è una fase dello sviluppo molto complessa e le immagini stereotipate che spesso l’accompagnano sembrano quasi voler esorcizzare le difficoltà e le ambivalenze che abitano la mente e la vita affettiva di ragazze e ragazzi. Dipinta spesso dagli adulti come un’età meravigliosa e spensierata o, all’opposto, come l’età della stupidità e dell’inconsapevolezza. In realtà l’adolescente ha la necessità di costruire un senso identitario proprio, di rendersi visibile e di successo. Tutto ciò  all’interno di una società particolarmente complessa. Gli adolescenti di ultima generazione hanno affrontato la quotidianità immersi in un ambiente saturo di modelli di identificazione alternativi alla famiglia e alla scuola. La società di internet, del narcisismo, del marketing, dei mass media li ha cullati e cresciuti, promuovendo lo sviluppo di esagerate aspettative di successo che rischiano di crollare di fronte alle trasformazioni dell’adolescenza. Un sistema fatto di prospettive ideali talmente elevate da risultare praticamente irraggiungibili, destinate a innescare una potente fragilità generazionale, ben testimoniata dalle forme prevalenti del disagio odierno. I giovani non fanno più riferimento ai modelli familiari del passato, alla sottomissione alle regole degli adulti. Allora trasgredivano per realizzare se stessi. Oggi non è più così:  devono fare i conti con quote di delusione particolarmente significative e con una sofferenza proveniente dalla distanza incolmabile tra ciò che ci si aspettava si sarebbe dovuti diventare ed essere e ciò che, invece, accade davvero in termini di bellezza e successo personale.

Dunque, il “mestiere” del genitore e, più in generale, il rapporto con gli adulti, è davvero impossibile?

I genitori e gli adulti di riferimento per gli adolescenti devono essere “autorevoli”, in grado di leggere i bisogni dei giovani e di mostrare la loro competenza. Si sia genitori, educatori, insegnanti occorre ricostruire una comunità educante  devota al futuro dei propri figli, studenti e cittadini. Se gli adolescenti percepiscono questa attenzione verso il loro futuro, la possibilità di usufruire di strumenti e valide opportunità, sicuramente li utilizzeranno. E’ evidente che i minori andrebbero presi come punti di riferimento sempre, conoscendo i loro limiti di fragilità e narcisismo ma riconoscendone le potenzialità e valorizzandole. Il vero problema è che invece l’adolescente per l’adulto spesso non ha appeal, è un problema e non vota. Verso gli adolescenti servono dunque politiche nuove. Strategie di intervento orientate dalle caratteristiche affettive e relazionali delle ultime generazioni di giovani e dalla paura di non farcela. E per provare a raggiungere questo ambizioso obiettivo è indispensabile partire dal contrasto alla solitudine, dalla necessità di porre freno, e costruire alternative, alla sempre più diffusa percezione di vivere in una sorta di nuovo isolamento, proprio della società in cui si trascorre la quotidianità sempre in contatto, ma quasi sempre distanti.

In questo contesto che ruolo può avere una istituzione come la Regione?

Innanzitutto, ogni Regione dovrebbe dotarsi di un “Piano per l’adolescenza” come ha fatto l’Emilia-Romagna, che testimonia così, ancora una volta, di muoversi in modo innovativo e attento alle trasformazioni in atto. Il Piano per l’adolescenza della Regione Emilia-Romagna va nella direzione giusta. Una proposta integrata di promozione del benessere, prevenzione del disagio e di accompagnamento alla cura degli adolescenti ispirata dai bisogni evolutivi e dalle caratteristiche affettive e relazionali delle nuove generazioni. Che mette in campo politiche e professionalità in grado di riorganizzare la speranza in un futuro possibile attraverso l’ascolto, la promozione di una partecipazione attiva, la capacità di prendersi cura dei ragazzi e delle ragazze nati nel nuovo millennio. 

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ultima modifica 2018-11-29T14:03:55+02:00
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