La Regione è sempre stata in prima linea nel favorire la partecipazione dei giovani a questa occasione di crescita personale e di formazione professionale. Per il solo servizio civile universale sono 3.723 i posti messi a bando in regione per il prossimo anno su un totale di poco più di 71mila posti su base nazionale. A questi si aggiungeranno altri posti messi a disposizione dal servizio civile regionale, che andranno ad aumentare l’offerta formativa per i giovani della nostra regione.
Da quando nel 1949 Pietro Pinna, antimilitarista residente proprio in Emilia-Romagna, a Ferrara, primo in Italia si rifiutò di prestare il servizio militare rischiando il carcere, sono stati tantissimi i giovani che hanno seguito il suo esempio, creando i presupposti per l’approvazione della legge 772 del 1972: la prima che ha sancito il diritto all’obiezione di coscienza e l’istituzione del servizio civile come sostitutivo a quello di leva.
Fino a quel momento tutti coloro che si erano rifiutati di prestare il servizio militare erano considerati al pari dei disertori e dei renitenti alla leva, spesso con pesanti ripercussioni legali.
Forse non tutti sanno che in questa prima fase il servizio civile aveva una durata superiore a quello militare, e sceglierlo aveva conseguenze sulla vita degli obiettori, come non poter lavorare per la pubblica amministrazione. A mettere finalmente sullo stesso piano il servizio civile con il servizio militare sono intervenute due sentenze della Corte costituzionale: la 164 del 1985 e la 470 del 1989, che hanno sancito la pari dignità tra servizio civile e militare come forme di difesa della patria e stabilito la durata del servizio civile a 12 mesi come quello militare.
Un’altra svolta importante è arrivata nel 1998, quando la legge 230 ha riconosciuto l’obiezione di coscienza come un diritto del cittadino e istituito l’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile.
Poi, la riforma. Nei primi anni 2000 l’avvicinarsi della sospensione del servizio militare ha spinto il servizio civile a una prima riforma. È nato, infatti, nel 2001 il Servizio civile nazionale, volontario, rivolto ai giovani tra i 18 e i 26 anni e finalmente aperto anche alle donne. Nel 2005 con l’entrata in vigore della sospensione dell’obbligo di leva, il servizio civile non è più un’alternativa obbligatoria al servizio militare ma è diventato una scelta di vita personale.
Nel 2006 le competenze gestionali del Servizio civile nazionale vengono trasferite alle Regioni e alle Provincie autonome che devono dar vita agli albi regionali degli enti del Servizio civile nazionale appartenenti al proprio territorio. Nel 2017 il Servizio civile nazionale cambia denominazione e diventa Servizio civile universale. La riforma, oltre a sottolineare l’apertura a tutti i giovani interessati a partecipare, stabilisce anche i settori di intervento e apre alle esperienze all’estero.
A cura di Enzo Menichella e Cristina Gaddi
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