Stranieri residenti in Emilia-Romagna: il nuovo report dell’Osservatorio regionale
L’identikit demografico degli stranieri residenti in Emilia-Romagna, dettagliato anche per singole province, le presenze e le incidenze dei minori, i nuovi nati in Italia, le acquisizioni di cittadinanza.
Sono questi i punti attraverso i quali si caratterizza il report 2019 dell’Osservatorio regionale sul fenomeno migratorio.
L’approfondimento prodotto dalla Regione si concentra, in particolare, sugli aspetti socio-anagrafici. Il rapporto è strutturato in due parti: la prima offre un quadro regionale; la seconda parte fornisce nove approfondimenti per ciascuna provincia emiliano-romagnola.
L’indagine dell’Osservatorio regionale si propone, tra l’altro, come un utile strumento informativo e conoscitivo a disposizione dei diversi attori che, a livello locale, operano a vario titolo nell’area dell’immigrazione.
Oltre 550mila gli stranieri residenti in Emilia-Romagna
I cittadini stranieri residenti in Emilia-Romagna al 1° gennaio 2018 erano 551.222, pari al 12,3% della popolazione complessiva. Nel 2019 si registra un leggero incremento (oltre 12.500 persone in più, +2,3%), tanto da far rilevare il valore più alto della serie storica relativa alla regione.
L’Emilia-Romagna si conferma prima regione in Italia per incidenza di residenti stranieri sul totale della popolazione residente, davanti alla Lombardia, attestata all’11,7% (il dato medio nazionale è dell’8,5%).
La crescita è legata, principalmente, a quattro fattori: ricongiungimenti familiari; flussi non programmati; decremento delle nuove acquisizioni di cittadinanza; flussi interni da altre regioni.
L’incidenza dei residenti stranieri più marcata si evidenzia, come già negli anni passati, nelle province di Piacenza (14,8%), Parma (14,2%), Modena (13,3%), Reggio Emilia (12,4%), tutti valori in incremento. Appena sotto la media regionale la provincia di Ravenna (12,2%), seguita da Bologna (12,0%); quindi le province di Rimini (11,2%), Forlì-Cesena (11,0%) e Ferrara (9,4%).
Il 45% degli stranieri residenti nel territorio regionale risiede nei comuni capoluogo, che, complessivamente presentano una percentuale di residenti stranieri pari 15,4%.
I Paesi di cittadinanza: rumeni, marocchini, albanesi i più numerosi
Per quanto riguarda i singoli Paesi di cittadinanza (oltre 170 quelli rappresentati in Emilia-Romagna), si confermano al primo posto i rumeni, con oltre 95mila residenti, pari al 17,3% del totale. Al secondo posto i cittadini del Marocco (11,1%) e al terzo gli albanesi (10,6%), seguiti da ucraini (6,0%), cinesi (5,5%) e moldavi (5,1%).
Le donne (52,9%) sono la maggioranza in tutte e nove le province emiliano-romagnole. Le comunità rumena e, soprattutto, quelle degli altri paesi dell’Europa centro-orientale come Ucraina, Moldavia, Polonia, Russia si caratterizzano per una prevalenza femminile, mentre marocchini e albanesi presentano una leggera prevalenza della componente maschile.
Età media di poco superiore ai 34 anni. I minori sono circa 117mila
Per quanto riguarda la struttura demografica della popolazione, gli stranieri presentano un’età media di poco superiore ai 34 anni e gli italiani superiore ai 47 anni. In Emilia-Romagna su 100 residenti di 0-14 anni quasi 18 sono stranieri (se si considerano solo i bambini con meno di 10 anni, quelli con cittadinanza straniera sono uno su cinque), per 100 residenti sopra i 50 anni lo sono circa cinque e due fra gli ultra-64enni.
I minori stranieri residenti in Emilia-Romagna al 1° gennaio 2019 erano oltre 117mila e costituivano il 16,6% del totale dei minori residenti.
Nel 2018 sono nati in Emilia-Romagna 7.860 bambini stranieri, quasi un quarto (24,3%) del totale dei nati nell’anno (in Italia sono il 14,9%). Considerando i residenti al 1° gennaio 2019 e la quota dei nati in Italia, all’inizio di quest’anno i cittadini stranieri residenti in Emilia-Romagna nati in Italia risultano essere il 16,6% del totale, corrispondenti a circa 91.800 persone.
Il numero di cittadini stranieri che hanno acquisito la cittadinanza italiana in Emilia-Romagna è aumentato negli anni, fino al 2016, passando dai 1.153 casi del 2002 agli oltre 14mila del 2013, a cui ha fatto seguito una ulteriore, marcata crescita che ha portato nel 2016 a oltre 25.200 acquisizioni. Il 2017 ha però mostrato un’inversione di tendenza: le acquisizioni diminuiscono sotto le 19mila, facendo con ciò registrare una flessione rispetto al 2016 di oltre il 25% (circa 6.500 in meno), cui ha fatto seguito nel 2018 una nuova contrazione, con le acquisizioni di cittadinanza italiana che scendono a neanche 13.500, oltre 5mila in meno rispetto al 2017.