Contro le discriminazioni

Com'è organizzato

Le reti territoriali sono articolate su base provinciale secondo tre differenti tipologie, in base alle funzioni realizzate, all'essere luoghi aperti al pubblico (sportelli), alla possibilità di attivare risorse di secondo livello (mediazione dei conflitti, mediazione linguistico-culturale)

Il modello di Centro regionale è basato su un modello di rete che valorizzi le tante risorse già presenti, spesso con un forte radicamento locale e soprattutto che sono punto di riferimento per i cittadini.

L'obiettivo è quello di:

  • Mettere in rete le iniziative locali coordinandole e operando per favorire le sinergie tra di esse attraverso lo scambio di idee e soluzioni
  • Valorizzare al massimo le competenze e le esperienze di ciascun Ente pubblico, del terzo settore e di altri soggetti che siano disponibili a partecipare a tale iniziativa

I punti antidiscriminazione delle reti territoriali sono di tre differenti tipologie:

a. Nodi di coordinamento territoriale
b. Sportelli
c. Antenne informative

I nodi di coordinamento territoriale e gli sportelli, proprio per le azioni che devono svolgere, sono soggetti ad alcuni requisiti minimi - così come definiti a pagina 12 della Delibera di Giunta regionale 182/2014 (pdf1.28 MB).

>> I Nodi di coordinamento territoriale
I Nodi di coordinamento territoriale (Nodi) sono il punto di riferimento principale per ciascun territorio, fanno capo prioritariamente ad enti locali e svolgono tutte e 4 le funzioni antidiscriminazione: si occupano quindi di attività informative, promozionali, di sensibilizzazione, di raccordo con gli sportelli e le antenne informative e implementazione delle risorse informative a disposizione della rete locale e ovviamente di ricevimento, orientamento e consulenza nei confronti dell'utenza, raccolta segnalazioni attraverso la compilazione dell'apposita scheda informatizzata Regione Emilia-Romagna/UNAR e raccolta dati.
Tra le funzioni specifiche dei Nodi c’è la strutturazione e il mantenimento di una rete di soggetti in grado di supportare e gestire casi di discriminazione in relazione a tutti i fattori di discriminazione.

>> Sportelli e antenne

Possono fare capo a enti locali, organizzazioni del terzo settore, sindacati, associazioni di categoria, ecc, in relazione alla tipologia di attività svolte si distinguono in:

  • Sportelli, in questo caso (oltre ad attività informative, promozionali e di sensibilizzazione) svolgono la funzione di punti di accesso per l´utenza (ricevimento, orientamento ecc), raccolgono le segnalazioni, utilizzano la scheda informatizzata etc. Gli sportelli sono soggetti ai requisiti di natura organizzativa
  • Antenne informative, in questo caso sono semplici punti della rete in grado di promuovere presso i propri associati o utenti informazioni sulla Rete regionale, raccogliendo eventuali segnalazioni di discriminazione e indirizzandole al Nodo di coordinamento territoriale di riferimento

Sia i Nodi di coordinamento territoriale che gli sportelli e le antenne non necessariamente debbono essere creati ex novo ma, più opportunamente, possono coincidere con le significative risorse ed esperienze già esistenti (ad esempio gli sportelli informativi per stranieri o quelli sui diritti di patronati e organizzazioni sindacali, le numerose associazioni, le consigliere di parità ecc) valorizzandone ruolo e funzioni anche nell'ottica dell´antidiscriminazione e fornendo a queste strutture, laddove necessario, un supporto strumentale e formativo.

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ultima modifica 2019-11-18T12:41:43+02:00
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