Intercultura

Disastri ambientali, più a rischio i cittadini stranieri

Il progetto europeo AMARE-EU si rivolge agli amministratori locali, ai quali offre linee guida, formazione e supporto nella definizione di politiche di protezione civile che tengano conto delle barriere linguistiche e culturali dei cittadini non nativi

Da tempo le città europee lavorano sulla capacità di adattarsi ai cambiamenti climatici, imparando a convivere con disastri naturali, costruendo infrastrutture che tengano conto di eventuali rischi e sviluppando politiche, regolamenti e piani di rafforzamento della resilienza nel breve, medio e lungo periodo. Da sempre, in tale contesto, uno degli elementi più importanti da prendere in considerazione è il coinvolgimento di tutti i cittadini.

Negli ultimi decenni le città europee sono state interessate da flussi migratori che hanno diversificato culturalmente il loro tessuto sociale ed espanso le comunità di cittadini non nativi. In caso di disastri naturali, il non sapere a chi rivolgersi, come agire e dove ricercare informazioni aggiornate rappresentano fattori rilevanti che portano all'incremento dell'esposizione al rischio. E tutto ciò è particolarmente vero per i cittadini stranieri.

A partire dunque da questa evidenza è stato lanciato il progetto AMARE-EU <che mira a sviluppare soluzioni concrete – spiegano gli ideatori –, a basso costo e facili da applicare, per coinvolgere ed informare coloro che, a causa di fattori linguistici, sociali, economici e culturali, corrono rischi più elevati in caso di disastri naturali.

Il progetto coinvolge sei organizzazioni che operano a livello internazionale e in contesti multiculturali. Di queste fa parte la società cooperativa sociale LAI-Momo di Bologna, città che - insieme a tantissimi altri centri abitati della pianura padana emiliana - ha vissuto nel 2012 il dramma di un terremoto che ha imposto all'agenda politica l'urgenza della tutela del territorio e delle persone. Il ruolo di Lai-momo - che è responsabile anche della creazione e gestione del sito ufficiale di AMARE-EU - è definito dalla sua expertise nella definizione e promozione di strumenti e conoscenze che supportano l’integrazione di migranti e gruppi marginali a livello locale, e la loro inclusione anche in situazioni d’emergenza, come quella appunto del sisma in Emilia nel 2012. 

Ad aprile 2019 è stato presentato per la prima volta a Vejle, in Danimarca, la bozza di uno specifico toolkit per le amministrazioni locali delle quattro città pilota che si sono candidate a sperimentare il progetto prima della sua diffusione su più ampia scala: Catanzaro (Italia), Heraklion (Grecia), Rotterdam (Olanda) e Skopje (Macedonia). Materiale consistente in pubblicazioni e studi sui temi della riduzione del rischio, della mitigazione delle conseguenze avverse sulle comunità locali in caso di disastri e coinvolgimento attivo della cittadinanza, il tutto integrato da linee guida e buone pratiche che saranno messe a disposizione nella biblioteca online.

Analisi specifiche, attività formative e di pianificazione saranno implementate in tutte le città pilota, coinvolgendo i cittadini non nativi attraverso una campagna comunicativa ad hoc. Ciò permetterà la validazione di un approccio innovativo e strumenti di supporto che, in seguito, potranno essere implementati altrove.

Questa prima fase si concluderà con un periodo di formazione sulla resilienza urbana, che si terrà a Bonn a fine giugno 2019.

Il progetto riceve il supporto della Commissione Europea – Direzione Generale per la Protezione Civile Europea e le Operazioni di Aiuto Umanitario (DG ECHO).

Per maggiori informazioni:

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ultima modifica 2019-06-04T14:14:48+02:00
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