Adozioni

Le adozioni sono un intervento disciplinato da norme internazionali, nazionali e regionali. Il principio fondante è quello «del superiore interesse del minore» e del suo diritto ad una famiglia in cui crescere in un ambiente affettivo armonico ed in un contesto sociale idoneo, prevenendone l'abbandono. La prospettiva è quella di rimuovere con ogni mezzo - grazie ad interventi che appartengono all'area educativa, psicologica sociale, ma anche economica - gli ostacoli che si frappongono alla realizzazione di questo diritto. L'adozione può offrire l'opportunità di dare una famiglia permanente a quei bambini e ragazzi per i quali non può essere assicurata la permanenza nella famiglia d'origine.

Cosa fa la Regione

Le competenze in ambito di adozione internazionale derivano dalla legge 184/1983 “Diritto del minore ad una famiglia”, modificata dalla Legge 476/1998 con cui l'Italia ha ratificato la convenzione internazionale dell'Aja. Alle Regioni sono assegnati compiti di coordinamento e qualificazione dei servizi sociali e sanitari territoriali, con la determinazione di standard minimi di qualità attraverso indicazioni sull’organizzazione e la formazione di personale specificatamente dedicato. Le figure professionali che si dedicano alle procedure adottive sono principalmente assistenti sociali e psicologi, facenti parte delle «équipe adozioni».

Regione Emilia-Romagna ha approvato un quadro normativo con la Deliberazione di Giunta regionale n. 1495/2003 «Approvazione linee di indirizzo per le adozioni nazionali e internazionali in Emilia-Romagna in attuazione del Protocollo d'Intesa di cui alla deliberazione del C.R. N. 331/2002. Modifica della deliberazione della G.R. N. 3080 del 28/12/2001» e sottoscritto un protocollo di intesa con gli Enti autorizzati all’adozione internazionale, servizi sociali territoriali, nonché forme stabili di collegamento tra gli stessi e gli organi giudiziari minorili con Deliberazione della Giunta regionale n. 1425/2004.

Più recentemente è stato inoltre sottoscritto un nuovo protocollo in materia di adozione (DGR 817/16) tra Regione Emilia-Romagna, Tribunale per il minorenni dell'Emilia-Romagna, Anci Emilia-Romagna, Ufficio scolastico regionale per l'Emilia-Romagna, Enti autorizzati all'adozione internazionale, Associazioni di famiglie adottive e loro coordinamenti, in sostituzione del precedente Protocollo del 2004 sopracitato, anche a seguito dell’entrata in vigore della L.R. 13/2015 “Riforma del sistema di governo regionale e locale e disposizioni su Città metropolitana di Bologna, Province, Comuni e loro Unioni”, con la quale è stato stabilito che la Regione eserciti le funzioni in materia sociale ed educativa già spettanti alle Province, tra le quali quelle in materia di adozione e nello specifico l’organizzazione dei corsi di preparazione per le coppie aspiranti all’adozione. Eventuali altri Enti autorizzati interessati (iscritti all’albo nazionale della CAI e autorizzati a ricevere incarico da coniugi residenti in Emilia-Romagna) possono contattare i referenti regionali per aderirvi.

Il Protocollo funge da cornice istituzionale di riferimento per la programmazione delle varie azioni messe in atto dalla RER nel settore dell’adozione.

Nell’adozione nazionale, un compito specifico delle Regioni consiste nel coordinare e promuovere le attività dei servizi sociali territoriali di tutela di infanzia e adolescenza finalizzate all’accompagnamento delle famiglie in difficoltà, al sostegno alla genitorialità ed alla prevenzione dell’abbandono del minore.

In Italia possono adottare solo le coppie unite in matrimonio da almeno tre anni ed i coniugi che hanno convissuto almeno tre anni prima del matrimonio. Devono essere affettivamente idonei e capaci di educare, istruire e mantenere il minore che intendono adottare. Tra l'età dei genitori e l'età dei bambini deve esserci una differenza di almeno 18 e non più di 45 anni. Possono esistere deroghe quando l'adozione riguarda un fratello del minore già adottato dalla coppia o quando solo un componente la coppia supera il limite di età, in misura non superiore a 10 anni.

Il percorso dell'adozione per gli aspiranti genitori è suddiviso in diverse fasi. Adozioni internazionali e nazionali prevedono un percorso comune, che si differenzia dopo la presentazione al Tribunale per i Minorenni della relazione psico-sociale illustrativa della coppia realizzata dall’équipe adozioni.

Con post-adozione si indica la fase a partire dalla quale il bambino adottato è stato inserito nel nuovo contesto famigliare e sociale. 

A chi rivolgersi

Area Infanzia e adolescenza, pari opportunità, Terzo settore
Settore Politiche sociali, di inclusione e pari opportunità

Gemma Mengoli
0515277523
3349900679

Francesca Donati
0521931317
3314039665

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ultima modifica 2023-02-03T16:16:25+02:00
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