Intercultura

Presentato a Bologna il Dossier Statistico Immigrazione 2021

Curata dal Centro studi Idos e da Confronti, la ricerca racconta le conseguenze della pandemia anche sul piano occupazionale dei migranti. A pagare il prezzo più alto, le donne straniere.

Il Covid-19 è uno dei motivi principali della diminuzione dei residenti stranieri in Italia, e in Emilia Romagna in particolare. Rispetto all’anno precedente, nel 2020 c’è stato infatti un decremento nella regione, anche se di poche decine di unità (-0,01%). Questo perché la pandemia ha ridotto sia i movimenti internazionali, sia i movimenti interni alla stessa Penisola. A rivelarlo è il Dossier Statistico Immigrazione curato da IDOS e Confronti, illustrato a Bologna, presso Palazzo d'Accursio, il 28 ottobre 2021. Alla presentazione – coordinata da Sandra Federici, direttrice di Africa e Mediterraneo – hanno preso parte Elly Schlein, (vicepresidente della Regione), Giuseppina Bagnato (pastora della chiesa valdese di Bologna) e il redattore del Dossier Pietro Pinto che ha commentato i dati nazionali, mentre Valerio Vanelli (ricercatore dell’Istituto Cattaneo per l’Osservatorio regionale sul fenomeno migratorio), Maria Adele Mimmi (Capo Area Welfare del Comune di Bologna) e Andrea Facchini (Servizio Politiche per l'integrazione sociale, il contrasto alla povertà e Terzo settore della Regione Emilia-Romagna) hanno offerto uno spaccato sulle realtà territoriali.

A dispetto di un calo, che ha comunque riguardato tutto il Paese, al 31 dicembre 2020 – secondo i dati provvisori dell’Istat – i cittadini stranieri residenti in Emilia Romagna sono 537.556, pari al 12,1% della popolazione complessiva con un’incidenza che si conferma essere, comunque, la più alta d’Italia se raffrontata a quella di altre regioni. Come si confermano, al netto delle variazioni annuali, alcune caratteristiche della popolazione straniera residente che, ancora una volta, è maggiormente concentrata nei territori nord-occidentali: Piacenza (14,6%), Parma (14,3%) e Modena (13%). Per quanto riguarda poi la provenienza, si può ben dire che in Emilia-Romagna sia rappresentata l’universalità geografica e culturale: gli stranieri qui residenti provengono, infatti, da oltre 170 Paesi diversi sebbene la comunità romena sia la più numerosa, come più numerose - a livello regionale – risultano essere le donne: 52,8% del totale degli stranieri residenti.

La popolazione straniera – e anche questa è una caratteristica ormai strutturale – è mediamente più giovane (35 anni) di quella italiana (47 anni). Non solo, ma gli stranieri residenti in Emilia Romagna sono pure più prolifici rispetto a quanto avviene in altre regioni. Qui, infatti, nel corso del 2020 sono nati 7.292 bambini stranieri, pari a un quarto del totale dei nati nell’anno: cioè 24,5%, mentre in Italia sono stati solo il 14,7%. Numeri che si rispecchiano, di conseguenza, anche nella popolazione scolastica: nell’anno 2019/2020 gli alunni stranieri nelle scuole di ogni ordine e grado dell’Emilia Romagna sono stati il 17,1% del totale degli iscritti (nel 2018/2019 erano il 16,4%). Un altro aspetto di rilievo riguarda la crescita delle acquisizioni di cittadinanza italiana (15mila) e, di contro, una forte contrazione dei nuovi permessi rilasciati (-39,1% rispetto al 2019) e del numero dei migranti presenti nelle strutture di accoglienza (- 11% circa). La pandemia ha indubbiamente assestato un duro colpo anche all’economia e al mondo del lavoro: è diminuito il PIL regionale (- 9,4%), come pure il numero totale degli occupati ma non quello dei lavoratori stranieri, cresciuto invece leggermente (da 12,8% a 13,1%) così come il numero delle imprese immigrate (+2,7%), a fronte di un calo di quelle italiane (-1%). Discorso che non vale però per le donne, le più penalizzate dal lockdown: le migranti occupate sono diminuite infatti da 122mila a 115mila.

Una realtà complessa e articolata, dunque, quella dell'immigrazione in Emilia Romagna che ha fatto sì che, qui, si affermasse la figura del mediatore interculturale, fondamentale per le politiche di inclusione e di contrasto alle diseguaglianze. Una realtà che meritava di essere dunque indagata e, per questo, lo scorso 21 giugno 2021 è stata presentata una nuova e aggiornata ricerca promossa dalla Regione: "La mediazione inter-culturale in Emilia Romagna". Si tratta di un interessante studio che aiuta a delineare l’identikit del mediatore, il suo ruolo e le sfide future. Uno strumento utile al dibattito e al confronto sul tema dell’integrazione, sia a livello regionale che nazionale.

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ultima modifica 2021-10-29T13:13:35+01:00
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