L'Housing First (HF) è un modello di intervento nell'ambito delle politiche per il contrasto alla grave marginalità basato sull'inserimento diretto in appartamenti indipendenti di persone senza dimora con problemi di salute mentale o in situazione di disagio socio-abitativo cronico allo scopo di favorirne percorsi di benessere e integrazione sociale.

Questa metodologia di intervento sociale si sostanzia in due dimensioni:

  • Individuale: viene riconosciuta la capacità intrinseca dell’individuo di riacquisire uno stato di benessere psico-fisico pur in presenza di gravi condizioni di vulnerabilità sociale o problemi di salute mentale
  • Ambientale: la disponibilità di una casa, il supporto dell’equipe per ridefinire il proprio ruolo sociale, l’integrazione sociale e il ritorno progressivo alla vita di comunità, rappresentano la struttura relazionale e comunitaria imprescindibile

Nel 2014 la Regione Emilia Romagna ha avviato la sperimentazione del modello HF attraverso iniziative formative, di accompagnamento e valutazione delle esperienze territoriali, attraverso il progetto “Progettare Housing First - Metodi e strumenti per la progettazione di interventi innovativi per le persone che vivono in condizione di grave marginalità”.

La storia

L'approccio Housing First trova le sue origini fra gli anni '50 e '60 in USA, ma prende concretamente forma nel 1992, quando a New York viene avviato da San Tsamberis il primo progettto di HF - Pathways to Housing.
Tsamberis, docente di psichiatria della University of medicine di NY, ritiene che la casa sia un diritto inalienabile dell'uomo.
Il programma Pathways to Housing è destinato a persone senza dimora croniche con disagi psichiatrici ed il modello si basa sull'accesso immediato ad un'abitazione stabile ed indipendente.
Inoltre, viene garantito un supporto permanente ai beneficiari.
Il programma nasce dall'esigenza di trovare risposte a risultati fino a quel momento reputati insufficienti forniti dal modello prevalente denominato staircase model (modello a gradini).
HF propone, una metodologia innovativa che prevede la centralità della casa nel percorso di recovery dell'utente.
La casa, inoltre, ha un valore centrale perché associata ad un sostegno individualizzato, permette di favorire un processo di cambiamento nella persona senza dimora attribuendole il valore di cittadino possessore sia di diritti che di doveri: dover provvedere alla gestione di un alloggio in autonomia.
Tale riconoscimento consente alle persone senza dimora croniche di vivere una forte rottura dalla condizione di deprivazione fino ad ora vissuta favorendo processi di empowerment.

Housing First in Europa

I risultati positivi dell'esperienza statunitense hanno fatto sì che tale approccio si diffondesse a macchia d'olio in Europa negli anni 2000.
E' necessario specificare, però, che non si tratta di una riproduzione fedele del modello originario, ma di un adeguamento sulla base delle specificità territoriali facendo focus sul contesto sociale di riferimento, sulle specificità del target, sulla cornice politica ed istituzionale e sui modelli di welfare.
Pur rimanendo i principi del modello statunitense, le grandi differenze tra gli stati europei hanno consentito la distinzione in 5 sotto modelli di HF che vengono così sintetizzati:

  • Pathways HF: modello originario statunitense
  • Community HF: inserimento in coabitazioni in alloggi che prima erano utilizzate come strutture di accoglienza
  • Scattered HF: inserimento in abitazioni ad uso singolo diffuse sul territorio
  • HF Light services: servizio di supporto all'Housing sociale
  • Communal Housing First: inserimento in coabitazioni diffuse sul territorio o raggruppamenti di appartamenti (cluster)

Il principio di fondo che vede la casa come diritto imprescindibile di ogni essere umano è il minimo comune denominatore anche fra gli stati europei.
La vera differenziazione è da riconoscersi nel target (senza dimora cronici; senza dimora tossicodipendenti o con patologie psichiatriche; nuovi homeless tra cui neomaggiorenni o famiglie, etc).
HF propone, una metodologia innovativa che prevede la centralità della casa nel percorso di recovery dell'utente.
La casa, inoltre, ha un valore centrale perché associata ad un sostegno individualizzato, permette di favorire un processo di cambiamento nella persona senza dimora attribuendole il valore di cittadino possessore sia di diritti che di doveri: dover provvedere alla gestione di un alloggio in autonomia.
Tale riconoscimento consente alle persone senza dimora croniche di vivere una forte rottura dalla condizione di deprivazione fino ad ora vissuta favorendo processi di empowerment.
I dati forniti dagli studi sull'Housing First Model ci permettono di affermare che i tassi di permanenza negli alloggi sono molto alti (80%), che si è registrata una diminuzione del disagio psichico e dell'uso di sostanze da parte dei beneficiari ed un incremento della percezione di benessere personale.

Housing First Italia

Dal 2014 anche in Italia è stata avviata la sperimentazione del modello Housing First.
Oltre 50 organizzazioni che lavorano con le persone senza dimora nel settore pubblico, privato e privato sociale hanno deciso di applicare il modello come innovazione dei propri servizi.
Molte hanno aderito al network Housing First Italia.

Applicare l’Housing First in Italia nell’ambito dei servizi rivolti alla homelessenss vuol dire ispirarsi concretamente agli 8 principi guida europei elaborati da un team di esperti:

  • Abitare è un diritto umano
  • I partecipanti hanno diritto di scelta e controllo
  • Distinzione tra abitare e trattamento terapeutico
  • Orientamento al recovery
  • Riduzione del danno
  • Coinvolgimento attivo e non coercitivo
  • Progettazione centrata sulla persona
  • Supporto flessibile per tutto il tempo necessario

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