La Regione e ANCI Emilia-Romagna hanno elaborato Indirizzi regionali per i regolamenti locali sulle Case famiglia con la collaborazione e la condivisione di Organizzazioni sindacali (con le quali è stato sottoscritto uno specifico Accordo), Associazioni di pazienti e famigliari, esperti dei Comuni e delle Aziende Usl, Comitati Consultivi Misti. Gli Indirizzi sono a disposizione dei Comuni e delle Ausl per supportarli nello svolgimento di un’attività di fondamentale importanza per il welfare delle comunità locali, attraverso la definizione di regole omogenee e chiare per tutti.

Le linee di indirizzo, oltre a prevedere gli opportuni controlli a tutela della sicurezza degli ospiti, promuovono le strutture più meritevoli, tramite specifici elenchi comunali che danno visibilità a quelle Case famiglia che possiedono elementi migliorativi per la qualità della vita e dell’assistenza degli ospiti, inerenti molteplici aspetti: il comfort abitativo, la qualità e la varietà di attività promosse, i servizi aggiuntivi forniti, il livello di qualificazione e aggiornamento del personale, la partecipazione del volontariato e dei familiari.

Al fine di promuovere un servizio di qualità, un intervento legislativo dell’Assemblea legislativa (art 36. LR. N. 11/2018) ha aggiornato la disciplina di settore, prevedendo:

  • che siano verificati i requisiti di moralità dei soggetti gestori delle Case famiglia esplicitati dalla legge, quale presupposto per l’esercizio dell’attività. (divieto di avvio di attività di gestione di Case famiglia, appartamenti protetti e gruppi appartamento per persone anziane e disabili o per i soggetti che siano stati dichiarati delinquenti abituali, professionali o per tendenza; che abbiano riportato una condanna con sentenza passata in giudicato per delitto non colposo, per il quale è prevista una pena detentiva non inferiore nel minimo a tre anni; che abbiano riportato una condanna con sentenza passata in giudicato a pena detentiva per  uno dei delitti di cui al libro II, titolo V, VI, IX, XI, XII, XIII del codice penale; oppure che siano stati sottoposti a una delle misure di prevenzione di cui al Codice delle leggi antimafia);
  • la centralità della “Segnalazione certificata di inizio attività (SCIA)” alle amministrazioni comunali competenti per le verifiche e per l’esercizio dei controlli.
A chi rivolgersi

Sia per avviare l’attività sia per ottenere informazioni sulle case famiglia presenti nella propria zona che per eventuali segnalazioni, occorre rivolgersi al Comune.

Usiamo i cookie

Questo sito utilizza cookie tecnici e talvolta anche cookie di terze parti che potrebbero raccogliere i tuoi dati a fini di profilazione; questi ultimi possono essere installati solo con il tuo consenso esplicito, tramite il pulsante Accetta tutti, oppure modificando le tue preferenze tramite il pulsante Cambia le impostazioni. Chiudendo il banner (con la X in alto a destra) verranno utilizzati solo i cookie tecnici.

Per maggiori informazioni puoi consultare la nostra Privacy policy

Sto caricando la pagina richiesta...