A partire dal 2015, la Regione Emilia-Romagna ha avviato il percorso di revisione degli strumenti normativi a disposizione delle amministrazioni pubbliche, in materia di inclusione delle comunità rom e sinte presenti. Dapprima è stata modificata la legge regionale di riferimento, quindi sono stati approvati due atti attuativi: la direttiva che regolamenta la tipologia abitativa della “microaree familiari” e la strategia regionale.

La legge regionale 11/2015

La legge regionale 11/2015 si basa sul riconoscimento delle identità culturali e sociali di rom e sinti e delle loro specificità, promuovendone le pari opportunità, l’uguaglianza e la dignità, in coerenza con i principi indicati agli articoli 2 e 3 della Costituzione, all'art. 2 della Convenzione ONU per i diritti del fanciullo e all'articolo 6 del Trattato sull'Unione.

Il testo ribadisce i principi dell’inclusione e della non discriminazione per tutti, facendo riferimento alle norme e alle disposizioni regionali già esistenti nei settori chiave dell'educazione, dell’istruzione, della formazione, del lavoro, dell’abitare e della salute.
La legge introduce quindi disposizioni specifiche per una categoria di cittadini, ma strumenti per intervenire solo se occorre rimuovere eventuali ostacoli all’integrazione e all’accesso a beni, prestazioni, servizi, opportunità previsti per tutti gli emiliano-romagnoli.
Un indirizzo facilitato dalle caratteristiche di queste comunità, prevalentemente sinte, presenti in regione da molte generazioni e con cittadinanza italiana.

La L.R. 11 del 16 luglio 2015, seguendo le indicazioni europee e nazionali, è stata organizzata per quattro assi fondamentali: abitare, scuola e formazione, lavoro e salute.
Particolare attenzione viene conferita al tema dell’abitare individuato come possibile leva per avviare percorsi di autonomia ed emancipazione.
Viene infatti introdotto il concetto del superamento delle aree sosta di vecchia concezione e favore di microaree familiari, una delle soluzioni abitative, successivamente regolamentate nelle loro caratteristiche urbanistiche ed edilizie, con la DGR 43/2016.

La direttiva sui requisiti tecnici delle microaree familiari

La L.R. 11/2015 ha riconosciuto alle microaree familiari il carattere di “interesse pubblico” e sulla base di tale specificità è stata costruita una disciplina speciale, definita nei suoi aspetti edilizi, urbanistici, ma anche sociali, dalla “direttiva” sui requisiti tecnici delle microaree familiari pubbliche e private, approvata con delibera di Giunta regionale n. 43 del 25 gennaio 2016.

La direttiva 43/2016 introduce la facoltà dei Comuni di prevedere sul proprio territorio aree da destinare, con il carattere della straordinarietà e temporaneità, a questa tipologia abitativa.
Le aree, che devono essere individuate attraverso uno specifico programma comunale, da approvare con una apposita variante al POC (Piano Operativo Comunale) nel rispetto dei vincoli posti dalla normativa sulla tutela e l'uso del territorio, non sono soggette pertanto a modifica della destinazione d’uso (a conferma della temporaneità della soluzione).
Ulteriore conferma è data dalla impossibilità di realizzare moduli abitativi in muratura a vantaggio delle strutture prefabbricate (amovibili e quindi a carattere temporaneo) che, grazie alle nuove tecnologie sul mercato, consentono di garantire adeguati standard qualitativi delle strutture edilizie.

La direttiva affronta quindi sia il percorso per la realizzazione di microaree nuove, siano essere pubbliche o private, sia le modalità per il riuso delle aree private realizzate senza titolo e acquisite al patrimonio del Comune (o con procedura in corso) prima dell’entrata in vigore della L.R. 11/2015.

La strategia regionale per l’inclusione di rom e sinti

Il secondo atto conseguente alla L.R. 11/2015 è stata la strategia regionale per l’inclusione di rom e sinti, approvata il 29 marzo 2016 con la delibera di Giunta regionale n. 402.
La strategia regionale è il documento di indirizzo e programmazione degli interventi per l’inclusione di rom e sinti. Individua obiettivi, soggetti attuatori, strumenti e percorsi da attivare a livello locale attraverso i Piani di Zona distrettuali per la salute e il benessere, che devono essere approvati secondo quanto previsto dalla legge regionale 12 marzo 2003 n.2 (Norme per la promozione della cittadinanza sociale e per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali) e dal Piano Sociale e Sanitario.

Come la L.R. 11/2015, anche la strategia regionale si struttura in 4 assi.
Per ognuno sono state indicate quali sono le condizioni e le criticità, quali sono le risorse delle comunità, dei servizi e quelle di cui la Regione dispone per affrontare le difficoltà esistenti. Infine, sono stati indicati gli obiettivi e le azioni che si possono intraprendere per favorire il superamento di queste criticità.

La strategia è stata elaborata con il contributo del Tavolo tecnico regionale e dei sottogruppi tematici incentrati sugli assi tematici.

Per approfondire

Norme e atti

Norme e principali atti regionali:

Disposizioni europee e nazionali:

Iniziative particolari

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