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Dal 2001 la Regione Emilia-Romagna partecipa allo studio trasversale “Argento” promosso dall’Istituto Superiore della Sanità che indaga lo stato di salute della popolazione anziana, mentre dal 2005 partecipa, in collaborazione con il Ministero della Salute, l’Istituto Superiore di Sanità e le altre Regioni, al progetto PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia).

PASSI è un sistema di sorveglianza basato su interviste telefoniche, volto a monitorare alcuni aspetti riguardanti la salute della popolazione e l’esito di programmi di intervento in sanità pubblica, ad esempio campagne di screening e progetti per la modifica di  comportamenti a rischio per le principali patologie croniche.

In considerazione dell’esito positivo di quanto realizzato in tale studio, è stato deciso di aderire ad un progetto di studio denominato “Passi d’Argento”, indagine periodica sulla qualità della vita delle persone con più di 65 anni, promosso dal Ministero della Salute in collaborazione con la Regione Umbria e l’Istituto Superiore di Sanità, che va a completare il panorama della sorveglianza di popolazione nelle Regioni e nelle ASL (Okkio alla salute: 6-11 anni – HBSC: 13-17 anni – PASSI: 18-64 anni). Questo sistema di sorveglianza ha l’obiettivo di monitorare lo stato di salute, le abitudini e gli stili di vita della popolazione ultrasessantacinquenne al fine di progettare e mettere in atto azioni efficaci e più incisive volte a migliorare la qualità di vita.

In particolare, “Passi d’Argento” fornisce informazioni sulla salute delle persone con più di 65 anni per permettere alle Aziende USL, ai Comuni e agli Enti interessati di verificare gli interventi effettuati, di programmare nuove iniziative, di comunicare le proprie attività, di migliorare la qualità dei servizi.

È un’indagine periodica sulla qualità della vita nelle persone con più di 65 anni da estendere successivamente a livello nazionale. Attualmente è nella fase di progetto di uno studio sperimentale che coinvolge diverse Regioni italiane, coordinate dalla Regione Umbria su finanziamento del Ministero della Salute. Il finanziamento è limitato e copre solo la messa a punto dello strumento e la formazione dei formatori. L’Istituto Superiore di Sanità garantisce un supporto tecnico-metodologico e scientifico.

  • Iniziare ad avere in ambito regionale/locale primi dati per seguire nel tempo l’evoluzione dei problemi e dei loro determinanti nonchè gli interventi messi in atto per prevenirli.
  • Elaborare e sperimentare un modello di indagine sulla qualità della vita, sulla salute e sulla percezione dei servizi nella terza età, che sia ripetibile nel tempo e sostenibile con le risorse dei servizi sanitari e sociali, a uso di Comuni, Aziende sanitarie e Regioni, diventando così un sistema di sorveglianza stabile in cui i dati locali siano confrontabili con i livelli regionali e nazionale.
  • Testare e validare il questionario da usare a regime nel sistema di sorveglianza definitivo.

Nel nostro Paese, come nella maggior parte dei Paesi industrializzati, si rileva un invecchiamento progressivo della popolazione: le persone con più di 65 anni sono circa il 23% della popolazione totale in Emilia-Romagna. Dopo i 65 anni, progressivamente all’aumentare dell’età, cresce il rischio di malattia e di disabilità con perdita dell’autonomia e isolamento sociale. Per queste due ragioni, nei paesi industrializzati la spesa sanitaria tende a concentrarsi sulle fasce d’età più avanzate: mediamente si impegna circa il 65% delle risorse del Servizio sanitario nazionale, più della metà dei ricoveri ospedalieri e circa il 70% della spesa farmaceutica.

Questa crescita rapida impone un’accelerazione nell’attuazione delle scelte di politiche sanitarie rivolte in modo specifico agli “anziani fragili”, intendendo con questo termine le persone anziane che presentano limiti nello svolgimento delle normali attività quotidiane. Identificare precocemente i primi segni di fragilità dell’anziano e mettere rapidamente in atto misure per ridurre gli effetti dei fattori che la determinano, migliora la qualità della vita delle persone con una certa età e diminuisce i costi dell’assistenza.

Le rilevazioni statistiche periodiche degli istituti ufficiali e degli osservatori specializzati per le loro peculiarità non permettono di avere informazioni tempestive su alcuni argomenti specifici per questo tipo di popolazione (per esempio percepire come un disagio le difficoltà di masticazione o vista) e comunque non raggiungono un dettaglio tale da permettere una programmazione sulle priorità a livello di Aziende sanitarie locali.

Per seguire in maniera continuativa la salute degli anziani è necessario un sistema di sorveglianza che raccolga indicatori sensibili al cambiamento nel tempo, mostrando l’evoluzione dei fattori determinanti quali l’autosufficienza, la penetrazione degli interventi, ecc.

  1. Descrivere la popolazione degli anziani per caratteristiche anagrafiche e condizioni socio-economiche.
  2. Descrivere lo stato di salute e la qualità di vita della popolazione di 64 o più anni così come riferito dagli stessi anziani.
  3. Stimare la proporzione di anziani-risorsa per la famiglia o la collettività in termini di collegamenti sociali e di valorizzazione della persona anziana.
  4. Stimare la proporzione di persone a rischio di fragilità (sesso, età, memoria, sintomi di depressione, cadute, ricoveri, disturbi uditivi, visivi e masticatori, sedentarietà, ecc.)
  5. Stimare la proporzione di persone fragili
  6. Stimare la distribuzione della popolazione anziana per autonomia funzionale, autosufficienza e disabilità
  7. Descrivere il tipo e la qualità dell’assistenza e il bisogno di assistenza da parte di tutti gli anziani

Partecipano al progetto “Passi d’Argento” le Regioni: Valle d’Aosta, Liguria, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Calabria, Puglia e Sicilia.

  • L’indagine è uno studio trasversale ripetibile nel tempo (survey), basata su un questionario strutturato sulle basi di indagini nazionali e internazionali di già provata validità.
  • Il numero di anziani da intervistare dipende dal livello di rappresentatività che si sceglierà. Quello aziendale o provinciale richiede almeno 200-300 interviste, quello regionale almeno 600.
  • Le persone da intervistare, di età 65 anni e oltre non istituzionalizzate, saranno estratte dalle anagrafi sanitarie delle Aziende Sanitarie.
  • L’intervista sarà fatta telefonicamente, quando l’età e/o le condizioni dell’anziano lo permetteranno, altrimenti direttamente vis a vis. Il contatto sarà preannunciato da apposita comunicazione scritta all’interessato e al suo medico di famiglia, che avrà un ruolo attivo informando l’anziano dell’intervista; in questo modo il medico favorirà l’adesione al progetto garantendo i cittadini della veridicità e importanza dello studio.
  • Tutti gli aspetti metodologici (disegno dello studio, campionamento, contatti con i medici di famiglia, invio lettere, analisi dati e stesura della bozza del rapporto) saranno curati dalla rete sanitaria PASSI, che sta acquisendo notevole esperienza nelle sorveglianze sulla salute degli adulti e che quindi può travasare diverse competenze acquisite sul campo. Le interviste verranno effettuate da operatori sociali durante un periodo di circa 3 mesi. Il carico ottimale previsto è di 1 intervista settimanale per operatore.
  • In questo primo anno di sperimentazione dell’indagine non è necessario coinvolgere tutti i Comuni della Regione Emilia-Romagna, ma è sufficiente coinvolgerne solamente alcuni estratti casualmente dopo aver stratificato il territorio provinciale in sub-aree.

Il protocollo nazionale prevede che le interviste siano anonime e tutti i riferimenti iniziali per identificare le persone da intervistare vengano distrutti prima di inserire i dati sul computer. Poiché è previsto dal protocollo che l’operatore chieda alle persone il consenso all’intervista, specificando che questa può essere rifiutata o interrotta in qualsiasi momento, in Emilia-Romagna si potrebbe acquisire un consenso più ampio per poter seguire prospetticamente la corte degli anziani intervistati e valutarne l’evoluzione dello stato di salute e il consumo di risorse socio-sanitarie.

I risultati delle indagini