La Regione riconosce il fenomeno migratorio quale componente strutturale del contesto regionale e, per esercitare la competenza in materia di integrazione sociale dei Cittadini e delle Cittadine di Paesi Terzi, ha stabilito un programma triennale (legge regionale n. 5/2004 “Norme per l’integrazione sociale dei cittadini stranieri immigrati”).

Rapporto stranieri residenti sul totale
12,8%
L'Emilia-Romagna è al primo posto in Italia nel rapporto stranieri residenti sul totale della popolazione residente.

Programma triennale per una regione plurale, equa e inclusiva

Il Programma è uno strumento di indirizzo pluriennale “trasversale” per l’integrazione sociale dei cittadini di paesi terzi e si impegna per un'integrazione non discriminante, basata sulla parità di trattamento, sulla equità di accesso al sistema dei servizi e sulla apertura reciproca.

Il Programma è frutto di un percorso partecipativo ampio che ha coinvolto oltre 500 persone in rappresentanza di un vasto mondo di soggetti pubblici e del Terzo settore.

Le sfide della politica regionale e locale sono sostanzialmente due:

  • migliorare l’integrazione socio-economica delle donne
  • e sostenere la partecipazione responsabile e il protagonismo attivo delle nuove generazioni.

Le aree di intervento trasversali

Il fenomeno migratorio necessita di risposte sempre meno standardizzate: per arrivare a questo obiettivo si individuano 5 questioni trasversali da tenere in conto quando si immaginano politiche e gli interventi.

  • Comunità e prossimità.
    Le politiche e gli interventi di successo sono tali quando si riesce a lavorare con la comunità e quando si riesce a sensibilizzare l’intero contesto in una ottica interculturale.
  • Equità tra i generi e le generazioni.
    Le politiche e gli interventi vanno letti in una ottica di genere e spesso intergenerazionale.
  • Autonomia e “capacitazione”.
    Gli interventi di facilitazione all’inserimento dei CPT per essere efficaci devono considerare non solo le capacità delle persone, cioè le loro competenze, ma anche l’agibilità, cioè le condizioni per concretizzarle.
  • Mobilità e flussi “emergenziali”.
    L’elevata mobilità internazionale e territoriale pone in discussione il “modello statico di immigrazione” su cui spesso poggiano ancora le politiche di integrazione.
  • Semplificazione e accesso digitale a servizi e prestazioni:
    La spinta verso l’innovazione, la digitalizzazione e la semplificazione delle prestazioni della Pubblica amministrazione rappresenta un’importante occasione di facilitazione di accesso ai servizi e alle prestazioni che riguardano i CPT e pertanto va promossa e sostenuta.

Schede e priorità settoriali

Il Programma ha trovato una prima applicazione in 17 schede e priorità settoriali. Le schede rappresentano il luogo di sintesi tra le questioni “trasversali” individuate dal Programma e le specificità della singola tematica. (Le schede non sono naturalmente esaustive rispetto al perimetro di interventi possibili.)

  • Accoglienza, flussi non programmati, richiedenti e titolari protezione internazionale (RTPI), minori stranieri non accompagnati (MSNA)
  • Adolescenti e giovani
  • Comunicazione e partecipazione
  • Cooperazione internazionale
  • Cultura e intercultura
  • Lingua italiana a cittadinanza
  • Lotta alla tratta e allo sfruttamento lavorativo
  • Lotta alle discriminazioni
  • Pari opportunità e contrasto alla violenza di genere
  • Politiche abitative
  • Politiche per il lavoro e l’imprenditorialità
  • Politiche per la sicurezza
  • Politiche sociali
  • Salute e prestazioni sanitarie
  • Salute mentale e dipendenze patologiche
  • Scuola e formazione
  • Sport

La pluralità è un valore, l’equità è un indirizzo strategico per ridurre le disuguaglianze e l’inclusione è la traiettoria verso cui tendere affinché nessuno si possa sentire o percepire estraneo.

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