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Introduzione

Torna a Bologna il Festival de Il Cinema Ritrovato, giunto alla sua 34esima edizione, che quest’anno si svolge dal 25 al 31 agosto 2020. “L’esperienza della pandemia ci ha lasciato un desiderio fortissimo di ricongiungerci, con la vita e con l’arte – scrivono gli ideatori della rassegna -. Ci siamo resi conto con sconcerto che il cinema può davvero scomparire. Nel mantenere immutato lo spirito del Cinema Ritrovato, questa edizione vuole anche celebrare un nuovo incontro con il cinema. Cinema anno zero.
Sarà un’edizione più unica che mai: avendo a cuore prima di tutto la sicurezza di tutti, abbiamo dovuto ripensare il festival e trovare nuove soluzioni a nuovi problemi. Paradossalmente, per compensare la ridotta capienza delle sale, il festival è stato ampliato e non ridotto: la programmazione si svilupperà in dieci sale, tra le quali ben tre arene all'aperto”. E in streaming, ovviamente.

Si segnalano, qui di seguito, alcune proposte della sezione Cinemalibero, dedicato alla memoria della regista, attivista e poetessa Sarah Maldoror:

  • di Ritwik Ghatak: Meghe Dhaka Tara (India, 1960), tratto dal romanzo omonimo di Shaktipada Rajguru, emblematica rappresentazione dell'angustia della Partizione avvenuta nel 1947, attraverso la quale fu sancita la suddivisione del subcontinente indiano e la nascita di due stati sovrani, Pakistan e India. La pellicola racconta le ripercussioni emotive che la conseguente crisi dei rifugiati ebbe sulle donne;
  • di Sarah Maldoror: Monangambee (Algeria, 1969), l'opera d'esordio, Aimé Césaire - Le Masque des Mots (Francia, 1987) e Léon G. Damas (Francia, 1994). Tre film, tre viaggi al centro della poesia della negritudine;
  • di Mohammad Reza: Aslani Shatranj-e Baad (Iran, 1976). Film dalle vicende tormentate: dapprima sabotata la sua proiezione al Festival Internazionale di Teheran nel 1976, successivamente, con l'instaurazione della Repubblica islamica nel 1979 viene vietato a causa del contenuto non islamico, mentre le bobine vengono dichiarate perdute. Dopo quasi 45 anni, il film viene riportato alla luce (solo una copia Vhs censurata e di pessima qualità continuò a circolare nei circuiti paralleli) e classificato tra i capolavori perduti più straordinari del cinema d'autore iraniano;
  • di Ruy Guerra: Mueda, Memória e Massacre (Mozambico, 1979) che esamina un episodio risalente all'epoca della resistenza anti-coloniale e noto come "massacro di mueda", avvenuto nel 1960 nella regione di Cabo Delgrado, a pochi chilometri dalla frontiera con la Tanzania. Sebbene caratterizzato da elementi etnici e locali – un conflitto tra gli immigrati makonde in Tanzania e l’amministrazione portoghese – i contorni dell’episodio fecero sì che fosse visto come il punto di svolta che diede inizio alla lotta armata.

All'interno della sezione Venezia classici del Festival si segnalano invece tre titoli:

  • Claudine (USA, 1974) di John Berry, film sulle vita contemporanea degli afroamericani che racconta di speranze, lotte, sconfitte e frustrazioni di persone comuni. Si tratta inoltre del primo film prodotto da Third World Cinema, compagnia fondata cinque anni fa per fornire strutture di formazione agli afroamericani e ai portoricani interessati a girare e produrre film che riflettano l'esperienza delle minoranze in America;
  • Den Muso (Mali, 1975) di Souleymane Cissé pone attenzione sulla condizione femminile, imbastendo un parallelismo tra la sorte della protagonista e quella del continente africano, che, in entrambi i casi, poggia su gambe incerte;
  • La última cena di Tomás Gutiérrez Alea, da un'idea suggerita dal saggio economico El Ingenio (1964) dello storico Manuel Moreno Fraginals, film in forma di parabola che tratta il tema della schiavitù nel Settecento.

Per maggiori informazioni (riduzioni del costo dei biglietti e modalità di ingresso) e per il programma completo: Il Cinema Ritrovato

Ultimo aggiornamento: 21-08-2024, 13:12

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