Indicazioni del piano sociale e sanitario per il biennio 2013-2014. Programmazione annuale 2013. Obiettivi e criteri generali di ripartizione del fondo sociale

La priorità

La programmazione sociale riguarderà in particolar modo fenomeni e bisogni emergenti, figli anche della crisi in corso. Temi di forte interesse e rilevanza sociale sui quali si concentreranno gli interventi e il lavoro di programmazione, per mettere in campo quelle risposte necessarie a mantenere coesa la società emiliano-romagnola.

Povertà

Il fenomeno dell’impoverimento attraversa, in varie forme, tutta la società. Il fenomeno nuovo, anche poco visibile ad una rete di servizi sociali tradizionale, è quello del cosiddetto “ceto medio impoverito”. Una fascia di popolazione sempre più vasta che, attraverso l’innovazione sociale, dovrà essere intercettata dai servizi territoriali.

I giovani e il futuro

Uno dei portati più negativi della crisi è relativo all’assenza di prospettive future per i giovani, per questo la Regione si è posta l’obiettivo di un ripensamento delle politiche per le nuove generazioni. Deve essere assicurata la loro partecipazione alla vita sociale e diventa sempre più importante porre attenzione alle prospettive offerte dalla scuola e dalla formazione in genere in chiave lavorativa. Strategico è anche il sostegno alla genitorialità e la rottura di meccanismi che riproducono diseguaglianze, come la mancanza della cittadinanza per i figli di immigrati. Per superare queste condizioni che riproducono disuguaglianze, l’idea è quella di promuovere percorsi di cittadinanza tra pari. Sempre in questa direzione si muovono gli strumenti di riconoscimento e valorizzazione del contesto pluriculturale nel quale operano le istituzioni, anche locali, e la propria rete di servizi. Lo strumento cardine è quello di mettere al centro la persona e i diritti di cui gode, per garantire pari dignità e opportunità di accesso.

Il valore della coesione

Soprattutto in un momento difficile come quello attuale, la coesione sociale è un valore e la capacità di una comunità di essere solidale è una risorsa per affrontare le situazioni più diffficili. I servizi devono calarsi in questa realtà, promuovere la coesione la creazione di reti solidali e di aiuto.

La scelta della partecipazione

Partecipazione e coinvolgimento sono le parole chiave adottate dalla Regione e dai servizi, le comunità saranno sempre più parte attiva nell’individuazione delle priorità di intervento. Il protagonismo dei territori e la partecipazione sono canali attraverso passa la ricostruzione di un clima di fiducia.

Risollevarsi dal sisma

Qualunque tipo di intervento in ambito sociale non può non fare i conti con i mutamenti innescati dal terribile terremoto che ha colpito l’Emilia-Romagna nel 2012, per questo ogni intervento di programmazione regionale deve confrontarsi con questa situazione. La prima cosa da fare è ricostruire quello che è stato perso ma l’esperienza derivata dagli interventi post sisma ha fatto emergere nuovi modi di vedere alcune questioni: il ruolo dei caregiver, la domiciliarità, la necessità di sistemi di sorveglianza, nuove ipotesi sulla residenzialità protetta leggera per persone parzialmente non autosufficienti, l’importanza e la delicatezza dei cambiamenti dell’abitare, i rapporti con il terzo settore. I territori colpiti possono rappresentare un ambito di sperimentazione utile all’evoluzione delle politiche per la salute e il benessere sociale.

Ambiti di miglioramento

Il programma prevede alcuni ambiti di azione e di miglioramento del sistema di welfare. Innanzitutto una nuova ottica nel lavoro con le famiglie che vada oltre l’emergenza sociale, il superamento della frammentazione gestionale dei servizi attraverso la riunificazione delle forme pubbliche di gestione, e un modello di assistenza sanitaria “territoriale” che abbia il proprio punto di riferimento nelle “Case della salute”.

Piano sociale e sanitario regionale (PSSR) 2008-2010

E' il primo Piano della quale si è dotata la Regione. Esso intende affermare un' idea di welfare di comunità per il benessere dei cittadini, basato su una forte presenza di garanzia del “pubblico” e, contemporaneamente, su processi decisionali, programmatori ed attuativi di servizi ed interventi sociali e sanitari, fortemente partecipati dalle organizzazioni della società civile, delle parti sociali, del terzo settore e dalle stesse persone e famiglie che esprimono esigenze di sostegno e cura. Si articola in cinque punti: I. l’ambito della cosiddetta “elevata integrazione”; II. l’ambito delle politiche sociali; III. l’ambito delle politiche sociali e sanitarie integrate; V. l’ambito delle politiche per lo sviluppo delle infrastrutture.

Il Piano sociale e sanitario si pone in relazione con la pianificazione strategica regionale e prospetta analoghe dinamiche nella governance territoriale a livello provinciale, distrettuale e dei Comuni. Obiettivo del PSSR è di assicurare, nell’arco del triennio, a tutti i cittadini della regione: il diritto all’accesso alla rete dei servizi e delle prestazioni sociali e socio-sanitarie; il diritto all’informazione e alla presa in carico; il diritto, nell’ambito della regolazione del sistema integrato e delle risorse finanziarie che lo sostengono, ad un piano assistenziale individuale appropriato.

Il Piano sociale e sanitario della Regione Emilia-Romagna ha concluso il processo avviato cone le leggi regionali n. 2 del 2003 (legge quadro sui servizi sociali) e n. 29 del 2004 (legge di riorganizzazione del Servizio sanitario regionale). Risultato di un ampio confronto con la società regionale, il Piano è stato approvato dall'Assemblea legislativa regionale il 22 maggio 2008 (delibera n. 175), su proposta della Giunta regionale (delibera n. 1448/2007). E' stato quindi pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione n. 92 del 3 giugno 2008.

In continuità con il Piano, per il biennio 2013-2014, nel giugno del 2013 sono state approvate dall'Assemblea legislativa regionale le indicazioni attuative per il biennio 2013-2014 del Piano sociale e sanitario dell' Emilia-Romagna (delibera di Giunta regionale m. 284/2013).

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